Il suo splendido centro storico è intatto, ricco d’edifici e chiese rigorosamente realizzate in uno stile barocco, mai ridondante. Prima di addentrarci nella parte antica, attraverso la storica Porta Santo Stefano, soffermiamoci ad ammirare i resti della Chiesa di Sant’Antonio con l’altare maggiore che conserva la tela della Madonna delle Grazie (1718).
Superata la Porta settecentesca, il primo monumento che notiamo è l’imponente Palazzo Ducale (1668), voluto dai Caracciolo per simboleggiare il potere della famiglia. Sorge sui resti dell’antico Castello Orsini nella triangolare Piazza Roma, con al centro la fontana “Dei Delfini”. La facciata in stile barocco, è a due piani spartiti da lesene e divisi da un balcone cinto da un’elegante balaustra in ferro battuto. Il portale è molto grande, contenuto da due semicolonne di ordine toscano, con arco ogivale. Il Palazzo ha 300 stanze, cappelle, stalle, corte, teatro e foresteria. La scalinata a destra conduce agli appartamenti reali. Tre le camere più importanti per gli affreschi di Domenico Carella ricordiamo la Sala dell’Arcadia, la Sala del Mito e la Sala della Bibbia. Nel cortile troviamo la biblioteca comunale.
Spicca in Piazza Roma il Palazzo Nardelli, già Martucci. Svoltiamo in Via Salvator Rosa, per immetterci in Via Masaniello, qui notiamo il Campanile di San Martino, ultimo brandello della chiesa trecentesca, distrutta nel Settecento. Proseguendo sulla destra, appare il Palazzo Stabile che dà il nome alla strada. Superato l’Arco Caroli, ci troviamo in uno dei quartieri più spettacolari e, risalendo Via Caracciolo arriviamo nella deliziosa Piazza Plebiscito.
La Piazza è il centro della città e qui si erige la Basilica di San Martino, costruita nella seconda metà del Settecento. È l’esempio più qualificante del barocco martinese. Oltre alle anonime tele che adornano l’interno: l’Adorazione dei pastori, San Raffaele, la Madonna di Costantinopoli, la Pentecoste ed il Cenacolo di Domenico Carella, stupendo appare l’altare maggiore, costruito nel 1773. È un’opera raffinata realizzata in marmi policromi con le statue della Carità e della Speranza. Insieme al Battistero(1773), l’Altare riscatta Martina dal vuoto assoluto dell’arte della scultura. La stupenda finestra barocca è la cornice per mostrare la leggenda di San Martino, Patrono della città, che divide il suo mantello con un povero. Il lavoro degli scalpellini e lo splendore dei vetri policromi invitano ad ammirare stupiti. Contiguo alla chiesa di San Martino si trova l’antico Palazzo del Comune, con la Torre Civica. In Via Cavour, ammiriamo alcuni palazzi signorili e l’Oratorio della Congrega della Natività e Dolori di Maria, dove vediamo la più bella tela della città: la Natività di Maria di Leonardo Antonio Olivieri.
In Via Principe Amedeo si trova la Chiesa di San Domenico, costruita nella metà del Settecento, con accenni rococò, su una preesistente costruzione romanica dedicata a San Pietro. La Chiesa presenta un prospetto scandito in due ordini, ripartito da doppie lesene e affinato da capitelli impreziositi da cariatidi dalla caratteristica forma a sirena. Alle spalle, in Via Colombo, troviamo l’antica Chiesetta di San Nicola in Montedoro, più volte rimaneggiata.
Passando in Via Milano, svoltiamo a sinistra per percorrere Via Mazzini ed ammirare i più antichi edifici barocchi tra i quali spicca il Palazzo Marinosci ed il Palazzo Gioia. Passando Porta San Nicola, s’intravede la Chiesa di San Francesco d’Assisi, della seconda metà del Seicento, unico modello architettonico a matrice leccese. Risaliamo Via Mazzini ed immettiamoci in Via Macchiavelli per entrare nel rione più suggestivo del centro storico: Cordonnello.
Gli edifici bianchi, addossati l’uno all’altro, esprimono il culto per i sentimenti familiari e fra i tanti, notiamo Casa Cappellari, in Via Orfanelli. Dall’alto di Casa Cappellari, notiamo la Chiesa del Carmine, della prima metà del Settecento, costruita in elegante stile barocco. La Chiesa conserva una pregiata statua policroma, appartenente all’antica Chiesa dedicata a Santa Maria della Misericordia. Se dalla Chiesa del Carmine passiamo accanto al giardino pubblico, possiamo ammirare l’incantevole Valle D’Itria.